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Vino Kosher Ba'Ghetto

Ba’ Ghetto, alla scoperta di uno dei ristoranti kosher più antichi della Roma ebraica

Negli ultimi anni, l’ex ghetto ebraico di Roma è diventato la meta privilegiata di tanti romani e turisti affascinati dai racconti e delle tradizioni di una delle comunità ebraiche più importanti d’Europa. 

Presenti nella città eterna sin dall’Epoca Repubblicana, gli ebrei sono riusciti, tra ostilità e persecuzioni durate secoli, a mantenere forte e coesa la loro identità sociale, culturale e religiosa con una resilienza a dir poco commuovente. 

Un tempo luogo angusto, dai vicoli stretti e bui, spesso soggetto a frequenti alluvioni del Tevere, il ghetto ebraico ha, oggi, un volto del tutto diverso e della risonanza internazionale sempre più ricercata. 

Qui, dove un tempo sorgevano i primi grattacieli della storia, addossati l’uno all’altro da labirintiche scale sopraelevate e ponteggi, la memoria di una delle pagine più drammatiche della storia riecheggia forte all’insegna di una nuova Rinascita, che guarda al futuro, senza mai volere e dovere dimenticare il passato.

Ba' Ghetto, tradizione kosher nel cuore del Portico D’Ottavia

Noi di Portami a Roma siamo andati a conoscere da vicino uno dei ristoranti più tradizionali che puntellano Via del Portico D’Ottavia, vera mecca dei tesori nascosti dell’eccellenza enogastronomica giudaico-romanesca e della cucina kosher più autentica.

Ad accoglierci con calore e con un impercettibile accento mediorientale, Amit, uno dei proprietari (appartenente alla comunità ebraica tripolina) di Ba’ Ghetto, lo storico ristorante a conduzione familiare presente a Roma dal lontano 1980 nella sua prima sede a Via Livorno, in zona Piazza Bologna. 

Amit ci racconta di come, insieme agli altri suoi fratelli (Eran, Ilan e Avi) sia nata, oltre 15 anni fa, la seconda anima di Ba’ Ghetto, in Via del Portico d’Ottavia 57 (prima di esportare la loro cucina anche a Milano e Firenze). 

Oggi uno dei più celebri ristornati ebraici della capitale, capace di coniugare la tradizione con un tocco d’innovazione e creatività al passo con i tempi, il ristorante Ba’ Ghetto, nel cuore del Rione Sant’Angelo, propone piatti dal connubio guidaico- romanesco, con influsso libico, rispettando al contempo tutte le regole della kasherut.

Amit mi accoglie con uno squisito e croccante carciofo alla giudia, dal cuore morbidissimo, accompagnato da un bicchiere rosso di vino kasher (o kosher, per dirla con terminologia internazionale).

Kosher in ebraico significa ‘adatto’, ‘giusto’, ‘permesso’ e più che un tipo di cucina particolare è, come mi spiega lo stesso Amit, una vera e propria filosofia di vita:
Nel nostro ristorante la carne è controllata e macellata secondo i principi della Torah, non si servono latte o latticini, né crostacei o invertebrati. Anche il vino kosher, italiano o israeliano che sia, viene prodotto sotto la stretta sorveglianza del Rabbinato di competenza. Molti non lo sanno ma, per noi, bere del vino che non segue i dettami della kasherut è molto più peccaminoso che mangiare il maiale”.

Mentre lo ascoltiamo incuriositi, il nostro sguardo scivola sul menù dove, tra i primi piatti, scorgiamo la pasta alla carbonara. 

Siamo davanti a un ossimoro?

Amit sorride orgoglioso: “La nostra carbonara è una rivisitazione di quella romana ma, al posto del guanciale, noi utilizziamo l’oca affumicata. Fidati, chiunque l’ha mangiata dice che è buonissima e che non ha nulla da recriminare alla classica carbonara delle trattorie della città”.

Continuiamo a sbirciare il menù, la proposta è davvero ricchissima: dal cous cous al tonnarello carciofo e bottarga, dai falafel al baccalà alla giudia con patate, fino allo speziato gulash e alla concia di zucchine. Per non parlare di una lista di dolci sfiziosissimi.

Siamo seduti all’aria aperta, tra i tavoli che guardano alla splendida vista del Portico D’Ottavia, il monumento che il primo imperatore di Roma fece erigere in onore a sua sorella e il luogo da cui partì il doloroso rastrellamento, all’alba del 16 ottobre 1943, ad opera dei nazifascisti.

Mentre tantissimi turisti passeggiano nel cuore del rione, respirandone la storia ad ogni passo, dalla cucina arriva un profumo sempre più invitante.

Ba’ Ghetto, tra gli ospiti speciali anche Papa Francesco

Amit è pieno di racconti. Sono stati tantissime le guest star per le quali hanno cucinato: da molti attori americani a capi e segretari di Stato di diverse nazionalità. 

Eppure, c’è stato un ospite che lui e i suoi fratelli non potranno mai dimenticare: Papa Francesco. 

Quando Jorge Mario Bergoglio è venuto a cena nel nostro ristornate, in compagnia di alcuni amici argentini di religione ebraica, mio fratello Ilan ha cucinato per loro, ricevendo tantissimi complimenti per il nostro tortino di alici e indivia”, racconta fiero Amit.

Come dargli torto? 

Fermarsi qui, per cena o per un aperitivo kosher, è davvero una scelta giusta e ‘appropriata’, proprio come questo posto.

Se siete curiosi di intraprendere un viaggio, nel tempo e nello spazio, alla scoperta del ghetto e dei suoi segreti, non perdetevi il nostro tour nella Roma Ebraica tra storia ed enogastronomia.

 

 

 

 

 

 

 



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